sabato 4 maggio 2013

Il Sindaco di Roma



Foto ripresa da: http://media.wired.it

Il Sindaco di Roma
di Walter Rodinó

Alla fine di questo mese l’elettorato romano sarà chiamato nuovamente alle urne per scegliere il nuovo sindaco. I candidati sono numerosi ma quelli che riceveranno consensi apprezzabili sono 4 individuati in ordine decrescente di voti previsti come appresso: Marino, Alemanno, De Vito e Marchini.

L’amministrazione che chiude il suo mandato è quella presieduta da Gianni Alemanno, politico di origine pugliese trapiantato a Roma, esponente del Popolo delle Libertà proveniente dalle fila del Movimento Sociale e poi da Alleanza Nazionale. Un’amministrazione caratterizzata da molti scandali provocati dai tanti collaboratori di Alemanno che hanno considerato l’arrivo al comando del Campidoglio come una occasione unica per assumere personale addetto soprattutto agli uffici e con questo aggravando la già debitoria gestione del Comune di Roma oltre ad aver avviato iniziative niente affatto encomiabili.
Alemanno vinse le elezioni con un’abile campagna mediatica tesa a far credere che Roma fosse preda di criminali e sul punto di collassare. A questo si era aggiunto il forte sostegno dei tassisti, ora divenuti avversari, che furono i veri galoppini elettorali dell’allora candidato sindaco. Inoltre era riuscito a suscitare un certo interesse su alcuni interventi di proposte ristrutturazioni di quartieri e importanti edifici.

Di tutto questo non vi è traccia di realizzazioni se non quelle deliberate dall’amministrazione precedente, mentre quelle poche attività intraprese sono state sommerse da storie che hanno interessato più i tribunali che i cittadini. Questi ultimi hanno visto scendere paurosamente il livello dei servizi sociali, il livello della sicurezza e sono stati sottoposti a tassazioni tra le più elevate d’Italia conseguenza delle deficienze prima indicate e di una evidente improvvisazione nell’affrontare i problemi di una metropoli.
In questa situazione si spiega il successo che potranno avere i candidati del Movimento 5 Stelle, quotato nei sondaggi tra il 15 e il 18% dai più pessimisti e dal 23 al 27% dai più ottimisti. La lista del Movimento 5 Stelle è guidata dall’avvocato Marcello De Vito che non pare abbia un carisma capace di rinnovare i successi conseguiti da questo movimento nelle recenti elezioni politiche e regionali.

Un’altra candidatura, conseguenza del disagio sociale fatto emergere dall’amministrazione Alemanno, è la lista guidata da Alfio Marchini, ricco rampollo di una dinastia di costruttori vicini al Partito comunista, sceso nella mischia come indipendente e accolto dall’elite dei costruttori romani e dai salotti buoni con un certo interesse non solo in omaggio alle famiglie che stanno dietro questo candidato ma per alcune delle sue idee oltre che per l’effetto della sua campagna mediatica. La sua presenza inciderà soprattutto sull’elettorato di centro destra ma anche su quello del centro sinistra. Per il momento la misura dei suffragi in suo favore non supera il 10% e la presenza di questo candidato unita a quella del Movimento 5 Stelle condurrà certamente al ricorso di elezioni al secondo turno.

Tra tutti questi candidati emerge la figura del medico Ignazio Marino sostenuto dal centro sinistra e che nelle primarie ha ottenuto intorno al 50% dei voti degli oltre 100mila partecipanti alla selezione tra 5 candidati.

Questo medico raccoglie il sostegno di gran parte del PD e del PSI oltre che di SEL ed i sondaggi più pessimisti lo danno alla pari con Alemanno intorno al 38% dei votanti, mentre quelli ottimisti che sono i più gli attribuiscono un 32-34% o il 37-41% contro il 18-21% o il 27-31%.

Queste elezioni hanno un grande significato politico ed una vittoria di Marino contribuirà a rafforzare il governo nazionale raffreddando le irrequietezze post-elettorali favorite da sondaggi dettati da una situazione ancora in fase di assestamento sia pure nella sua precarietà.


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